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Trento, 6 febbraio 2013 L’intervento del prof. Gregorio Arena porta alla attenzione di noi tutti un tema strategico della democrazia: quello della partecipazione e della cittadinanza attiva. Accanto a questo noi candidati veniamo sollecitati alla difesa dei Beni Comuni, intesi come beni da prendere in cura, coltivare. Perché? Perché, come stimolati dall’intervento della diocesi di Bolzano, siamo chiamati a «Votare il prossimo tuo». Un messaggio che ci richiama al dovere civile, al dovere del servizio verso gli altri, offrirci in dono, anche in politica. Rivoluzione Civile ha voluto investire in questi contenuti. In questi anni, anche in Trentino, decine di comitati hanno contrastato scelte delle pubbliche amministrazioni tese a limitare, o distruggere beni comuni. Pensiamo alla lotta contro l’inceneritore, contro il consumo di territorio imposto dalle nuove caserme, la difesa del vecchio carcere di Trento, le corpose azioni tese alla tutela della salute degli abitanti della Valsugana, o in valle di Non, le proposte di istituire parchi locali, fluviali, agricoli, la tutela dei grandi spazi alpini, i paesaggi identitari della nostra montagna, da Campiglio fino a Folgaria, dal Primiero alla Marmolada. Dobbiamo dire che queste centinaia di persone che si sono mobilitate anche per lunghi periodi hanno trovato solo umiliazione nelle stanze della nostra Provincia. Non solo perché le proposte avanzate non venivano nemmeno ascoltate, ma specialmente perché è stato sistematicamente impedito, dai due grandi partiti, Pd e Upt, quindi dagli uomini di governo Dellai e Pacher, il diritto di praticare cittadinanza attiva. L’art. 118 della Costituzione, che impone alle istituzioni l’obbligo di favorire e sostenere la partecipazione, anche tramite l’informazione, in questa provincia non trova applicazione. Ogni grande progetto viene prima costruito nelle stanze del potere, e poi imposto ai cittadini, alle valli. Al massimo qualche sindaco riesce a modificare virgole insignificanti. Come ben dice Arena il nostro paese offre, in dono, a tutti i cittadini, risorse di idee e progettualità incredibili, capacità, provocazioni. Il mondo politico italiano, sia nella destra che nel centrosinistra, non è maturo nel raccogliere questa risorsa. Anzi, ad ogni voce che si alza in un territorio dimostra insofferenza, disturbo. Per questo motivo tanti cittadini hanno scelto un impegno diretto nella attuale fase politica: c’è bisogno di rafforzare la rete dei contatti, cominciare a fare sintesi dei tanti progetti presenti, raccogliere un universo di intelligenze che non possono più accettare di venire mortificate dal vecchio modo, autoritario e autoreferenziale, di intendere la politica. E questa sintesi, forse ancora in fase embrionale, oggi è presente nella lista Rivoluzione Civile. Noi cittadini siamo convinti che una rivoluzione, pacifica, nonviolenta, quindi civile, debba iniziare aprendo le porte alla partecipazione. Ricchi di questo progetto ci presentiamo alla attenzione dell’elettore: chiedendo un voto di cambiamento radicale, chiedendo democrazia partecipata, offrendoci alla società civile come dono. Luigi Casanova
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